sabato 12 marzo 2011

Il guascone e l'ultima campagna elettorale.A sua insaputa. Barzelletta illustrata.

 

Il defunto premier, Silvio Berlusconi viene ricevuto e accolto da San Pietro con tutti gli onori.

 Tra questi, la possibilità di scegliere  dove soggiornare nel resto dell’eternità e anche di fare un sopralluogo preventivo. 
Il sopralluogo inizia  dal  Paradiso, decimo e ultimo cielo, sede di Dio e dei beati, regolato dai ritmi di un monastero, fra pasti frugali,   
Lodi al Signore e strimpelli d’arpa. Condizioni necessarie per meritare il Paradiso, valide anche sulla Terra per ottenere la grazia di Dio, l’esercizio delle buone opere e la perseveranza nel santo amore di Lui fino  alla morte.


Prosegue, la valutazione con l’inferno. Già la prima impressione, quando bussa alla porta per dare un’occhiata, non è male. Gli apre un diavolo, né rosso né nero, bensì biondo, solo leggermente abbronzato come dopo una vacanza ai tropici, con indosso una sgargiante camicia hawaiana. 


Subito arrivano calici di champagne, tartine al caviale, scaglie di parmigiano per frenare l’appetito e rasserenare l’alito, tranci di pizza napoletana e di salame di Felino. 


Accolto come, pensa,  gli sia  dovuto.


  Fa un giro negli ampi locali dall’inferno e vede qua
un bunga-bunga, là una invitante ammucchiata di corpi nudi tra ragazze adolescenziali e maturi uomini. Amplessi appena velati da un sontuoso baldacchino. Il tutto molto simile a quanto Berlusconi ha conosciuto e ha praticato nelle sue residenze terrene. Poi tavole imbandite, musiche sfrenate, amici cari, che lo hanno preceduto che lo, salutano distogliendosi appena dalle sfrenate attività erotiche in cui appaiono totalmente assorbiti.

San Pietro lo aspetta a metà strada tra i due portali: “Presidente, dottore, a lei la scelta. Ci dorma su, qui nella foresteria del Limbo e domattina mi dice. Notte senza sonno, come d’abitudine, senza le dieci docce descritte da Patrizia D’Addario ma con ripetute alzate per quel tal problema che agli uomini viene con l’età e che non sembra passare nemmeno oltre il portone di San Pietro.

A un’ora ante lucana da noi, ma lassù in realtà qualunque ora è buona, Berlusconi si prepara con la consueta cura meticolosa, secondo le indicazioni del kit di Publitalia: cravatta blu a pois bianchi, blazer blu, denti che ci si può specchiare. 


Non è San Pietro quello che mette in imbarazzo Berlusconi: “Non me ne abbia a male, santissimo padre, ma avrei scelto.  Spero proprio di non urtare nessuno, lo faccio per il bene degli abitanti del Paradiso, che mi sembra un po’ sovraffollato, mentre giù, all’Inferno, mi sembrava ci fossero molti locali vuoti, potrei forse dare anche dei contributi….”.
San Pietro è lì da tanti anni, ne ha visti di tutti i tipi e di sessi, di fedi e di  età. Non ha molto tempo da perdere: “Come desideri, Silvio. Ora Gabriele ti accompagna da Farfarello   e ti affiderò a lui”.
C’è una nota stonata, nel rapido cambio di tono San Pietro, ma Berlusconi si scrolla di dosso il brivido di fastidio, ne ha viste ben altre lui tra Bossi, Fini.
Scende, rapido scambio di consegne tra l’arcangelo (in fondo anche quello è un segno di riguardo) e uno dei proto diavoli, due firme, un registro, adempimenti che sembrano tormentare un oltre tomba ancora non informatizzato.Finalmente la porta dell’inferno si spalanca.
Berlusconi non crede ai suoi occhi, fa un balzo indietro ma Farfarello è alle sue spalle, con un forcone a quattro punte e lo spinge avanti. Fuoco, fiamme, rumori di catene, gemiti, urla, corpi appesi sottosopra, Malebolge  è un giardino dell’Eden rispetto allo spettacolo che si offre al povero dannato.
Berlusconi, contrattazionista fino alla fine, punta i piedi, resiste al dolore del forcone e chiede a Farfarello:
"Mi consenta, ma quando ci siamo visti ieri, le 
cose stavano in modo assai diverso”. 

Gelida, nonostante il calore dell’ambiente, la risposta:  
Certo, ma ieri eravamo in campagna elettorale”.

foto "sgraffignata" a  virtualblog.splinder.com


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